Thursday, December 05, 2013

A San Paolo un confronto sul valore della creatività nell'economia

Capire le modalità con cui la creatività concorre alla creazione di valore materiale e immateriale all'interno dei sistemi di consumo, attraverso il racconto esperenziale di testimonial di calibro internazionale tra i più significativi per l'economia creativa, l'architettura e il design: ecco il Festival dell'Economia Creativa – ITALIA S/A, l'evento organizzato da Diomedea e promosso da BRAZIL S/A a San Paolo a novembre. Tre giorni di summit ed eventi che hanno generato un confronto diretto tra due Paesi simili ma non uguali, Italia e Brasile, grazie a interlocutori di primordine, tra cui Marcio Kogan, Flavio Albanese, Aldo Cibic, Giulio Iacchetti, che si sono confrontati sul palco della Fondazione Bienal per dar vita a una serie di riflessioni sulla possibilità di trasferire l'esperienza manifatturiera italiana, capace di tradurre il valore culturale e immateriale in business, alla capacità produttiva del Brasile. Le modalità di produzione dell'innovazione in rapporto alla creatività e al giovane innovatore sono state al centro di "La creatività giovane come si produce l'innovazione". I relatori si sono confrontati guidati da Renata Amaral, presidente ABD Associação Brasileira de Designers de Interiores, su tematiche più che attuali, se si considera che nelle economia moderne il 60% dei lavoratori svolge attività intellettuali, ovvero lavori che non coinvolgono direttamente il fisico ma soltanto la mente e la creatività. Ad approfondire il nuovo legame tra design e artigianato che tocca le nuove generazioni è stato Giulio Iacchetti che ha evidenziato come i creativi italiani si stanno riscoprendo anche artigiani, soprattutto in questo momento di crisi economica che interessa il Paese. Per Iacchetti, "…questa nuova generazione di designer si ispira ai grandi maestri, capaci di utilizzare e rispettare gli strumenti artigianali e di riconoscere il valore del lavoro manuale, un valore che sta alla base del design". Francesca Molteni, autore e regista di MUSE Factory of Projects, ha affrontato invece le modalità con cui nasce e si sviluppa la creatività, evidenziando come il contesto può essere un facilitatore in questo processo, ma anche un ostacolo da superare. Valido l'esempio dei primi immigrati negli Stati Uniti che, per trovare nuove opportunità, un nuovo lavoro, una nuova vita, hanno affrontato un viaggio attraverso l'oceano, per arrivare in un nuovo continente dove hanno saputo reinventarsi e mettere a frutto la loro genialità e le loro capacità. Molte aziende oggi hanno dovuto intraprende questa strada e trasformarsi in luoghi dove si produce cultura per rendere la creatività in prodotto, utilizzando risorse immateriali per ricavare profitti. Mentre l'architetto di Ideiafactory Giorgio Giuseppe Ferone si è soffermato sull'aspetto della sostenibilità, che è capace di dare luce alla realtà e alla quale le aziende devono arrivare attraverso atteggiamenti culturali, razionalizzati in diversi ambiti, sociali, economici e ambientali. A discutere di "Cultura che aggrega valore" si sono ritrovati due illustri rappresentanti della creatività italiana e brasiliana, Flavio Albanese e Marcio Kogan, e la ricercatrice socio-economica Cristiana Colli, che ha approfondito la tematica dal punto di vista delle aziende e dei distretti produttivi italiani. Il dibattito, moderato da David Cohen, caporedattore di Epoca Negocios, ha voluto indagare le dinamiche che si innescano quando creatività, cultura e produzione si incontrano per generare un valore culturale e immateriale in relazione a un prodotto fisico. Partendo dal presupposto che la creatività si fonde profondamente con la cultura del luogo, con l'identità e il senso di appartenenza di una persona, per offrire agli individui, alle imprese, ai territori e alle nazioni la possibilità di creare progetti unici e originali, Marcio Kogan si è focalizzato sulla sua esperienza professionale e personale fortemente centrata sul team working, per spiegare come si sviluppa il processo creativo all'interno del suo studio MK27: "Con il tempo ho imparato cosa significa lavorare in squadra. Un giorno, dieci anni fa, ho incontrato un gruppo di giovani in cerca di un'opportunità di lavoro. Un anno dopo, mi sono accorto che questi giovani avevano portato qualcosa di nuovo al mio studio e ne ho cambiato addirittura il nome. Oggi, quando abbiamo un progetto speciale, uniamo cinque gruppi differenti, ognuno dei quali si isola in uno spazio in brain storming. I risultati sono sempre sorprendenti e completamente distinti l'uno dall'altro". Flavio Albanese si è concentrato, invece, sul racconto della cultura italiana e sul processo di modernizzazione intrapreso in Italia spiegando come "Il modo con cui si produce creatività in Italia non interessa un solo campo, ma si estende dal cibo che mangiamo fino agli abiti che indossiamo. Sarebbe a dire che si tratta di un intervento dove la creatività lavora a 360 gradi".  Dagli interventi di Cristiana Colli è emerso in particolar modo il cambiamento che il sistema industriale italiano ha intrapreso per affrontare e reagire alla globalizzazione, modernizzando e sincronizzando la sua specializzazione internazionale con le nuove richieste dei mercati. In questo modo l'Italia ha "saputo costruire valore aggiunto in settori in cui la concorrenza dei paesi emergenti era terribile e ha creato nuovi comparti vincenti". Colli ha voluto dimostrare come nella costruzione di valore, gli svantaggi di sistema possono essere compensati, come è successo per le imprese italiane, con altri plus legati alla qualità e all'innovazione, non solo di processo e di prodotto, ma dei significati delle reti e delle relazioni. Non poteva mancare una riflessione su "La relazione tra l'uomo e lo spazio: nella città, nell'impresa, nel retail", dedicato alla relazione tra il valore e il luogo in cui i prodotti creativi sono realizzati e/o consumati, che ha coinvolto l'architetto Aldo Cibic, Marcio Manoel Dos Santos, International Marketing Consultant ed Enrico Cietta, economista senior partner di Diomedea e ideatore del Festival dell'Economia Creativa, che si sono avvicendati, condotti da Marko Brajovic, architetto e designer Atelier Marko Brajovic. "La città è nata dalla necessità delle persone. L'architettura, l'urbanistica e l'arte servono a costruire l'anima del luogo". Aldo Cibic ha descritto nel suo intervento l'impatto dello spazio nell'economia creativa, identificando gli elementi che rendono i luoghi capaci di conferire un surplus immateriale ai prodotti e al lavoro delle persone. La riflessione si è concentrata sul fatto che in fase di progettazione è importante rispondere alle richieste di natura economica di produzione del valore commerciale, senza dimenticare però che queste non devono prescindere dal processo più articolato che coinvolge le esigenze dell'uomo. "Dobbiamo ritrovare una forma di dialogo nella costruzione di città fatte per le persone. Questo dialogo non deve generare solo un confronto tra l'architetto e l'urbanista, ma anche tra l'architetto e il sociologo ", ha detto Cibic durante il suo intervento. Un importante accento è stato posto sulle modalità di consumo all'interno degli spazi retail per indagare le dinamiche che permettono di rendere un negozio capace di generare un'esperienza positiva nel cliente: "L'esperienza di consumo diventa esperienza di vita e di soddisfazione di sé, ha affermato Marcio Manoel Dos Santos. Una caratteristica importante per  gli spazi vendita è la necessità di consentire ai consumatori di stabilire e mantenere le attività personali in un mondo sempre più connesso. Questo crea anche la necessità di modificare i tipi di negozi, perché si avverte il bisogno di offrire di più di un semplice prodotto". "È molto comune, continua Dos Santos, nelle realtà commerciali di maggior successo, offrire non solo la connessione wi-fi, ma anche una serie di interazioni tra il prodotto, il brand, l'oggetto che viene comunicato in modo diverso. Si tratta in questo caso di sperimentare su se stessi la propria presenza nel punto vendita". Sulle esperienze delle aziende nei luoghi di lavoro che possono rendere le attività più creative, Enrico Cietta ha spiegato come lo spazio in cui si lavora incide sulla creatività del lavoratore. All'interno del suo intervento, Cietta ha evidenziato una difficoltà attuale: "Il costo dello spazio è cresciuto in modo esponenziale, così come le grandi città hanno visto aumentare il costo dei canoni di locazione. Per questo motivo diventa difficile per le aziende avere spazi da dedicare alle persone. Quali sono gli svantaggi di questo sistema? Il primo è che le persone non sviluppano fedeltà al posto di lavoro e, di conseguenza, non sposano la filosofia aziendale. In questo modo non si facilita nemmeno la sviluppo di relazioni tra colleghi, relazioni che sono molto importanti per lo sviluppo della creatività". Oltre ai summit tematici, il Festival dell'Economia Creativa – ITALIA S/A ha dato spazio al confronto tra creatività italiana e brasiliana con due mostre, "Design nel Pallone" e "Acre, made in Amazonia". "Design nel Pallone", curata da Giulio Iacchetti e Francesca Molteni, ha coinvolto 11 talenti emergenti del design italiano under 35 che hanno sviluppato altrettanti progetti, reintepretando il celebre pallone Super Santos con oggetti unici che dimostrano l'essenza del progettare all'italiana. La "squadra" è stata composta da: Federico Angi, Paolo Cappello, Maddalena Casadei, Sara Ferrari, Chiara Moreschi, Brian Sironi, Alessandro Stabile, Vittorio Venezia, Giorgia Zanellato, Zaven, Matteo Zorzenoni. Agli undici si unisce Mario Scairato di Bee Design Studio che ha sviluppato il logo della mostra. "Acre, made in Amazonia", invece, ha messo in mostra arredi e mobili realizzati dal corso di design del mobile sostenuto dal Governo di Acre con l'Istituto Dom Moacyr e con il supporto di SEBRAE, CNI, BID e FIEAC, e Polidesign, un consorzio del Politecnico di Milano, con lo scopo di creare un sistema di progettazione che rispecchia i legami territoriali legati all'identità culturale dello Stato di Acre e al suo sviluppo industriale. Nell'ambito del Festival dell'Economia Creativa – ITALIA S/A hanno trovato inoltre spazio due realtà d'eccellenza del panorama made-in-Italy: Ideiafactory e IGV. Ideiafactory rappresenta un nuovo modello distributivo modulato sull'asset imprenditoriale italiano, attraverso il quale le piccole e medie imprese del design possono operare sul mercato sudamericano senza cospicui investimenti. Mentre IGV ha portato all'attenzione del pubblico di addetti ai lavori di San Paolo il suo know how e ha esposto alla Fondazione Bienal DomusLift®, un homelift dalla linea snella e compatta, proposto in un'ampia gamma di dimensioni e personalizzazioni. IGV è leader europea nella progettazione e produzione di homelift, piattaforme elevatrici e ascensori con fossa e testata ridotte che ha fatto del "su misura" unito al design e all'utilizzo di materiali innovativi il suo tratto d'eccellenza. L'evento ha ricevuto il patrocinio del Consolato Generale d'Italia a San Paolo e della Prefettura di San Paolo, nonché l'appoggio di Promos – Camera di Commercio di Milano oltre a realtà quali Acqua Panna – San Pellegrino, IED San Paolo, Illy e Sebrae.  Diomedea è arrivata all'organizzazione del Festival dell'Economia Creativa – ITALIA S/A attraverso un percorso di crescita e consolidamento, partito dall'esperienza italiana, e che vede la società da tempo operativa anche sul mercato brasiliano, dove è presente con la sede di Diomedea Brazil, dedicata a offrire servizi a istituzioni e imprese nel campo della ricerca economica, comunicazione e organizzazione di eventi. Diomedea festeggia proprio quest'anno i primi 15 anni di attività ne vuole, attraverso il Festival dell'Economia Creativa – ITALIA S/A, raccogliere e  promuovere stimoli e riflessioni legati all'economia creativa e alle modalità con cui aziende e realtà creative sanno trasformare la loro cultura in innovazione e prodotto.

 

www.festivaleconomiacriativa.it

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